Opera e teatro estivi nel segno di Goldoni
(...) tra l’incuriosito e il sorpreso, cantanti e tecnici affrontano l’opera “sconosciuta”. Alan Curtis, il direttore d’orchestra che ha la paternità della riscoperta del “Buovo” e un grande amore per traetta, racconta quello che si vede sulla scena come fosse la più normale delle cose. Che sinceramente non è. La donna che si vede là, con il fucile in mano, è un uomo nel testo, ma così voleva Traetta; mentre l’uomo, quel giovine con la barba che gli cresce anche dopo poche ore dall’averla rasa, con la gonna (...) è la donna della commedia. Perché? Curtis sorride: “Ma perché Goldoni prendeva in giro i nobili, vedeva le cose dalla parte del popolo. Io ho accentuato questa presa in giro di una donna, Drusiana, che non sa cosa vuole e chi vuole fino alla fine e che, per questo, viene punita.” Così drusiana è un ragazzone di 24 anni, all’esordio, controteneore. L’unico uomo che rappresenta un uomo è proprio Buovo d’Antona, il nobile costretto alla fuga, che poi torna e scopre che la donna che ama non ama lui, che fa il solito colpo di stato, che sposa la sua salvatrice, che spedisce l’incerta e incostante Drusiana nelle braccia dello spasimante vecchio e povero. Bel pasticcio vero? Metteteci la musica di Tommaso Traetta (ma guardate che Curtis sostiene che è un grande che nessuno ha ancora scoperto, perché scrisse musica vocale, e oggi si usa solo quella strumentale) e un libretto in quel bel linguaggio che fa morire dal ridere. (...)
Insomma sarà una rappresentazione certamente inconsueta, come la si voleva, con proposte di Pier Luigi Pizzi, regista, costumista e scenografo, che calca la mano con le vesti, prorpio sugli aspetti grotteschi della vicenda.
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